Un popolo di serie A, per una squadra di serie B, per una città con servizi e manutenzione da serie C. È questa l’impressione che si riceveva girando ieri per le strade di Salerno. Non c’era un angolo della città che non si fosse entusiasticamente attrezzato per la festa dei 100 anni della Salernitana.
Un’esplosione di vitalità, che ricordava il momento in cui i granata furono promossi in A. Tanti i ragazzi delle zone periferiche a cui è restata solo la voglia di credere in questa bandiera e che sicuramente, per il desiderio di vita che esprimono, sarebbero capaci di riversarlo anche nel lavoro. Se ce l’avessero.
Chi vuole leggere in profondo la “città spettacolo” di ieri e la dignitosa richiesta di fare di Salerno un centro di qualità, sa che i suoi abitanti hanno diritto, per l’entusiasmo che esprimono, a una squadra di calcio che lotti senza arrendersi mai per primeggiare. I suoi tifosi non l’hanno mai abbandonata, neanche nei momenti in cui bisognava ripartire da zero. Il loro attaccamento è commovente per il loro “unico grande amore”. Ma hanno diritto anche a una città pulita, a un mare pulito, a non dover attendere sotto il sole bus malconci e maleodoranti, a non dover rincorrere blatte e fauna di vario tipo nelle loro case, a pretendere che i loro figli abbiano una possibilità di lavoro
senza dover andare lontano. E di tante altre cose che farebbero di Salerno una città davvero di serie A.
L’emozione è stata tanta, tanti i giovani che c’erano ieri, persino qualche straniero. Perché la passione è contagiosa. Il mio augurio è che contagi positivamente anche la società granata e che tutti ci si possa mettere al lavoro per tirare una linea di demarcazione e partire per un prossimo campionato da prima fila. Con serenità e determinazione, senza intrusioni politiche e pressioni strumentali. Ci aspetta un campionato di calcio, non una campagna elettorale.
Ci vuole impegno vero e disinteressato per questa squadra. Le parole lasciano il tempo che trovano. Lo dobbiamo ai ragazzi delle periferie, che fanno tanti sacrifici ogni giorno. Per loro un abbonamento equivale a molti giorni di fatica dura per mettere insieme quei soldi. Lo dobbiamo a tutti noi, che vogliamo dimostrare a tutti di non essere il Sud pigro e rinunciatario dei luoghi comuni, ma una città che sa combattere. Per la Salernitana e per una migliore qualità della vita. Per questo ultimo obiettivo ci serve ancora più impegno.